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  CRISTINA AUBRY     

​​​​​​RASSEGNA STAMPA

 

CHIUSO PER SOLITUDINE

I dieci ritratti cesellati con grande sensibilità da Cristina Aubry e Oreste D’Ippolito assicurano una certa coralità all’esplorazione di quel profondo disagio del quale lo spettacolo si fa carico; un disagio che si riflette poi nelle piccole miserie umane espresse sul palco. A volte con sottile ironia, a volte quasi con tenerezza.. E così la bravura dei due interpreti ha modo di essere ulteriormente valorizzata. Ci si può affezionare più a una o all’altra delle brevi parabole esistenziali, caratterizzate da vuoti difficili da colmare, che Cristina Aubry e Oreste D’Ippolito regalano allo sguardo curioso del pubblico, ma tra lampi di comicità anche fisica, meste riflessioni e qualche sorprendente interazione tra loro, il mood così peculiare di Chiuso per solitudine contagia ben presto tutta la sala

STEFANO COCCIA- SUL PALCO

Spicca a nostro avviso la classe e conclamata bravura della Aubry che cavalca con disinvoltura la sua ricca collana di personaggi e alterna comicità a commozione quando, in quest'ultimo caso, dà voce ad una donna che perde il figlio da subito e si protegge dentro un alibi forte come quell'amore avito di madre.

SALVO MIRAGLIA -IL GUFETTO

 

Cristina Aubry e Oreste D’Ippolito: assolutamente disinvolti e sicuri, entrambi sono in grado di disegnare i contorni di personaggi diversi e lasciano il segno; la prima con una comicità sottile e allo stesso tempo un insieme di corde più vicine al sentimento; il secondo con un trasformismo quasi disincantato e una presenza scenica senza dubbio imponente.

GABRIELE AMOROSO- BRAINSTORMING CULTURALE

 

La Aubry, diplomata all’Accademia nazionale d’arte drammatica ‘Silvio D’Amico’, vanta un percorso notevole tra teatro, cinema, radio e televisione. Nel 2014 ha ricevuto il Nastro d’Argento per la voce di Dadina ne ‘La grande bellezza’ di Paolo Sorrentino. In questo spettacolo è lei la colonna portante: riesce a entrare con abilità nelle diverse identità femminili, risollevando le carenze testuali. Ironica ed espressiva, l’attrice fa parlare il corpo con una gestualità efficace

MICHELA ZANARELLA-PERIODICO ITALIANO MAGAZINE 

VERONICA
Alla molteplicità di registri presenti nel testo Aubry risponde con rara maestria, sprigionandone ogni luce, dando voce e corpo, in un continuo gioco di modulazioni e compresenze ,a tutte le emozioni contenute nelle parole il vissuto e la delusione, la rabbia e la ribellione, l'abreazione e il sarcasmo.
MARCO TOGNA-DRAMMA.IT
La Aubry vola e noi insieme a lei alla sintesi dei significati e delle persone che incarna dietro la sua maschera graziosa ma durissima, gentile ma dotata di una compostezza al limite della fermezza morale.
SALTINARIA-ENRICO BERNARD
Un monologo fine e sfaccettato interpretato con brio e passione da Cristina Aubry
PENSIERIDICARTAPESTA.IT -FANNY CERRI
Nell’interpretazione di Cristina Aubry emerge la vasta gamma delle emozioni umane esplicitamente femminili.
TEATROTEATRO.IT-VALENTINA CARRABINO
Veronica ha la voce e il volto di Cristina Aubry che sa dare al personaggio di Veronica una credibilità fatta di misura e classe al tempo stesso.Il ruolo che interpreta vive di un delicato equilibrio psicologico che la Aubry sa trasmettere con la naturalezza tipica delle attrici che conoscono le scene seguendo con grandissima capacità le continue modulazioni interpretative e i cambi di stato d’animo del personaggio.

L’INDRO.IT-STEFANO MICELI





AL PACINO

Sola, vestita di nero, a piedi nudi, seduta su una sedia, sfoggia una serie di intonazioni, sguardi e gesti precisi, significativi ma sempre misurati e veri. Un teatro semplice, basato sulla parola, che racconta e smitizza il cinema guardandolo dal divano rosa di un primo camerino, dove arrivano a sedersi anche Coppola o Andy Garcia.

PAOLO PETRONI – IL CORRIERE DELLA SERA

Un teatro da camera di tutto rispetto magistralmente interpretato da una spumeggiante Cristina Aubry.

TIBERIA DE MATTEIS -  IL TEMPO

Avvincente e avvolgente, il monologo a più voci di Aubry sfrutta tutte le corde di un testo scritto con palpabile sensibilità. Da una storia vera. Di quelle che nemmeno la fantasia saprebbe cogliere meglio.

ROSSELLA BATTISTI – L’UNITA’

Espressiva, volubile, ironica, tenera, suadente più che mai, l’attrice riveste di sguardi, tic, inflessioni dialettali, movimenti dei piedi e delle mani le varie presenze in gioco.

LAURA NOVELLI – IL GIORNALE

Un monologo serrato e coinvolgente della durata di un’ora. I fatti sono narrati attraverso un avvincente flash back, reso in ogni sua parte ironico, fluido e piacevolissimo dall’Aubry.

ANNALISA VENDITTI – ITALIA SERA

“Al Pacino” innamorato di Roma incanta il pubblico.

CHIARA BUONCRISTIANI – LIBERO

“La brava e disinvolta Aubry è Clara, è Corleone, è Coppola, è Andy Garcia, è l’autista di Pacino, è l’ingenuo faro che mette in luce tutti gli aspetti meschini del mondo dello spettacolo, fatto di personalità fragili che acuiscono tridimensionalità solo sotto i riflettori…”

PAOLA POLIDORO –IL MESSAGGERO




L’ULTIMO ANGELO

Pierpaolo Palladino e Cristina Aubry danno vita ad un armonioso scambio di monologhi nei quali trovano spazio la stanchezza di situazioni quotidiane, la rinnovata tenerezza, ma anche i lampi di solitudine misti ad improvviso umorismo
MARILENA GIULIANETTI - LIVECITY.IT –

Palladino/Lorenzo e Aubry/Paola interpretano con misurata malinconia i rispettivi personaggi, mostrando di non giudicarli, ma anzi, forse di amarli.
MARCELLO ISIDORI - DRAMMA.IT –



 

HARD LOVE

“Hard Love” vede in scena due protagonisti intensi e coinvolgenti, Cristina Aubry e Francesco Acquaroli, che animano certezze ed incertezze, nel confronto titanico tra amore e fede.
GAETANO MENNA –INTRATTENIMENTI.ORG


                                                                                            
LULU, RUUD E LE ALTRE

Una bravissima Cristina Aubry permette il passaggio continuo ed elastico tra la dimensione di una donna impegnata nel sociale e quella più tradizionale della donna classica con ironia, autoironia, leggerezza.
TEATRI DI CARTAPESTA

Cristina Aubry si offre generosamente in questo monologo, senza risparmiarsi in termini di voce e corporeità, portando sulla scena tutta la sua carica emotiva e la voglia di raccontare la vita di persone che conosce e ama, senza per questo perdere mai di vista se stessa.
TEATROTEATRO-IT-MAURO CORSO

La vivace prova e la verve di Cristina Aubry, che dimostra come il teatro di parola e di situazione possa vivere di uno spessore interpretativo che può avvicinarsi molto alla vita vera, ci catapultano in un contesto sociale di emarginazione e di disagio.
STEFANO MARIA PALMITESSA e FRANCESCA BARRECA





QUESTI UOMINI

Cristina Aubry esprime con calibrata sensibilita' la disarmata fragilita' emotiva della timida e imbranata Cloris...
PIETRO FAVARI –CORRIERE DELLA SERA




LUNENDOLI

In questo delirio a quattro, Cristina Aubry, Annalisa Favetti, Francesco Meoni, Gigi Palla affrontano i giochi di parole,le invenzioni verbali, le trasgressioni linguistiche con frenetica efficienza e generosa comunicativa, che elude il confronto col titolare e inventa un' emancipazione interpretativa.
PIETRO FAVARI –CORRIERE DELLA SERA




LA MATEMATICA SENTIMENTALE
Più che nel racconto in sé, noi spettatori l' equilibrio lo scopriamo nella gestualità di Palladino in quanto interprete: gestualità eloquentissima con il viso, con le mani, con il corpo tutto. Essa, da sé sola, fa lo spettacolo firmato dalla regista Cristina Aubry.
FRANCO CORDELLI –CORRIERE DELLA SERA





LA SIGNORA IN BLUES

Il lavoro, oltre a mettere in luce l’intelligenza e la bravura dell’interprete, è un’occasione per misurare due mondi in un preciso momento storico attraverso le loro musiche (…) c’erano anche tre esecutori dal vivo, bravissimi.
IVANA MUSIANI – IL TEMPO
La Aubry è straordinaria nel passare dalla timidezza alla sensualità, nel mettere in rilievo passioni e contraddizioni dei personaggi, oltre che nel cantare suggerendo vibrazioni e brividi che il locale amplifica, trasformandosi in “cave”, scantinato jazz, luogo deputato di jam session. Si parla di teatro vero, autentico, toccante.
GIANLUCA VERLEZZA – GIORNALE D’ITALIA
Brava, intrigante, appassionata, la Aubry passa attraverso i 21 personaggi che interpreta egregiamente con una disinvoltura notevole, alternando la parte recitativa con il canto; un vero jolly in scena in uno spettacolo ben confezionato. Di ottimo livello anche la musica affidata a tre bravi musicisti
DIANA PALMA – SIPARIO
L’attrice si sdoppia mutando voci e accenti in Paolacci, nel suo assistente Servito, in una signora americana sempre un poco alticcia, il sassofonista Sam, oltre a parlar di se stessa e cantare con bella voce vecchie canzoni d’epoca (dal “Pinguino innamorato” a “Ba-ba-baciami”) e qualche motivo “nuovo” come “Night and day” o “Summertime”. Tutto con un garbo credibile e dal vivo, grazie all’accompagnamento del trio.
PAOLO PETRONI – IL CORRIERE DELLA SERA


 ADA E BEA

Tra finzione e realtà prende la forma il dialogo tra una donna dell’est e la padrona di casa (quella della finzione) tra virate comiche e climax drammatici, in un veloce susseguirsi di colpi di scena. Al termine applausi convinti e commenti con le attrici, per un teatro nuovo, che si rigenera e dalla più vecchia forma di spettacolo sa tramutarsi in quella più vivace e aperta al cambiamento. Brave le attrici, interessante il testo di Dimitri Patrizi.

PIERGIORGIO MORI- CINELAB

Dialoghi e ‘assoli’ ben scritti, colpi di scena ed eventi inaspettati hanno reso questo spettacolo gradevole e al tempo stesso curioso. Due attrici bravissime che hanno saputo non solo comunicare i vari stati d’animo del loro personaggio ma sono riuscite a farci ‘vedere’ e ‘vivere’ cosa accadeva fuori e nelle altre stanze dell’appartamento. Complimenti a tutto lo staff di ‘staseranoidavoi’!

SALVATORE CHOSI

Bea è interpretata da una piccola donna bionda, che sprigiona tutta la sua bravura emozionando e divertendo. Il suo nome è Cristina Aubry.

ELENA LAZZARI-CULTURAMENTE

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